|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
cuoco, Teramo (13-1-1894). Quanto fosse amato e stimato Nicola Trippetta, il cui nome ricorse spesso in queste colonne come il papà della gastronomia in Teramo, lo si vide giovedì scorso, nel funebre accompagnamento che si fece da ogni ordine di cittadini alla salma di lui. Ed invero, quasi tutte le famiglie civili erano rappresentante nel numeroso corteo, e molti impiegati, assidui frequentatori del caffè erano frammisti ai cuochi e caffettieri della città, i quali ultimi vennero tutti ad onorare il loro vecchio ed onorato maestro. Sventolavano, abbrunate, anche le bandiere della Fratellanza e dei muratori e manovali. Cinque corone con ricchi nastri adornavano la bara, segni di dolore della famiglia, dei nipoti, dei giovani operai, degli amici, e degli assidui del caffè. Le lodi dell'estinto furono bellamente svolte dal sig. Camillo Rodomonte e dal cav. Olivieri. Fu Nicola Trippetta, uno dei vecchi tipi teramani, buono, modesto, innamorato dell'arte sua che gli era stata trasmessa da suo padre, il più insigne dei cuochi teramani, di cui si narra che ricevesse alti encomii da uno dei Re Borbone che venne da Napoli a visitare la città nostra. Cittadino amante del suo paese, tenne a seguire i progressi della civiltà, ed arrivò, in questi ultimi tempi, a dotare la città di un caffè che non ha rivali, senza esagerazione, nelle altre città abruzzesi. Padre di famiglia esemplare, fu tutto per i suoi che lo riamavano di pari affetto, e nella cui memoria il suo nome rimarrà scolpito per sempre. Pace all'anima sua!
|