|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, insegnante, Colleminuccio (3-2-1894). Per malattia durata appena tre giorni, cessava di vivere in Colleminuccio, alle ore 2 del primo febbraio l'abate Giacomo Ruscitti dell'età di 80 anni. E così dopo l'abate Fioravanti, ecco che anche l'abate Ruscitti scompare nel sepolcro e nelle file del vecchio clero fa un vuoto che non si guarderà senza dolore. Ingegno pronto e vivo compì gli studi in questo seminario aprutino, fiorente allora per valentia di maestri e per nobili gare di discepoli, ed eccelse e fu apprezzato da Niccola Palma che gli affidava la correzione delle bozze della sua storia. Uscito di seminario ed entrato nella milizia combattente, non lo lusingarono gli agi che l'avito patrimonio avrebbe potuto dargli e concorse e andò parroco a Cesenà. Ma vi rimase appena quattro anni. Più larga arena occorreva alle sue forze e orizzonte più vasto chiedeva il suo forte ingegno e nuovamente concorse; e la vittoria avendogli sorriso ancora, fu abate nella Nocella di Campli, dove rimase per ben quarantasei anni. Ed è questo il periodo in cui la sua figura di sacerdote si completa ed assume contorni luminosi. Fu sacerdote esemplarissimo, attese alle pratiche del suo ministero con raro coraggio e forte annegazione, aperse la sua casa, in tempi poco lieti, a quanti vi chiesero asilo, attorno a sé creò un ambiente purissimo di fiducia e di stima; ma gli parve che ciò non compisse la sua missione e cominciò a spezzare il pane dell'intelletto. E nella sua casa tenne scuola aperta a tutti, senza distinzione alcuna, foss'egli povero o ricco, bastandogli solo di poter esplicare nell'insegnamento le facoltà del suo spirito. E ricorderanno molti, anche oggi, la sua scuola, come molti altri ricorderanno quelle che il Sebastiani e il Fioravanti, amici e coetanei
|