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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
letterato, storico, insegnante, Firenze (16-6-1894). Mancava da lunghissimi anni dagli Abruzzi, ma il suo nome non è stato mai dimenticato da questa terra che gli dié i natali. Egli si è spento in una villa presso Firenze, dove ritiratosi dall'insegnamento, passò gli ultimi anni nella quiete dei suoi studi prediletti. Era nato a Nereto (Teramo) nel 1813. Letterato e storico insigne, la generazione studiosa del 1860 apprese dai libri di lui e il bello scrivere e la storia della nuova Italia. Gli Ammaestramenti di letteratura in 4 volumi, non ostante le loro tendenze troppo classiche e la vivacità con cui censuravano i sommi scrittori moderni, corsero per le mani di tutti gli scolari durante il primo decennio del nostro risorgimento. Era purista nel senso più rigido, purista nel pensiero e nella parola, fino a sostenere che alcuni inni del Manzoni erano da cantarsi col chitarrone! Con gli stessi intendimenti e con la stessa forbitezza di forma, il Ranalli arricchì la patria letteratura d'una Storia d'Italia dopo il 1859, d'una Storia di belle arti in Italia, delle Lezioni di Storia, e d'una Storia universale comparata rimasta inedita. Professore nel R. Istituto di studi superiori in Firenze e nell'Università di Pisa, restò lontano quasi sempre dalle lotte politiche, trovando solo negli studi e nell'insegnamento la sua vera consolazione. Uno di quei tipi di maestri della vecchia generazione, sentiva che la cattedra era un apostolato civile, una santa missione. Mandi dunque a questo figlio illustre tutt'i suoi fiori la provincia teramana e li sparga sulla sua tomba, dove trarranno a visitare quanti onorano l'Arte e le lettere italiane.
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