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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
deputato, Teramo (29-12-1894). [Inizio Voce]cotesto dissidio, d'ogni giorno, d'ogni istante che il senso della combattività crebbe nel Forcella e lo aiutò a vincere lotte né ingloriose né infeconde. Nessuna eco peraltro di simpatico consenso, nessuna corrispondenza di eguali sentimenti trovò egli tra quelli, cui diede, con aiuti d'ogni specie, la vittoria. E quando avvertì che l'opera sua aveva altrui fruttificato fortuna, onori e successi ed a sé l'impronta ingratitudine dei saliti ad altezze insperate, insidie rivoltanti e vigliacche, amarezze indicibili; quando egli vide altri irridere oscenamente alla ingenuità sua generosa e leale, tramontò a poco a poco, tra il rimpianto, nella sua nima la fede nella purezza, nella bontà e lealtà umana e sdegnoso e disilluso, ma fremente, ma indomito, ma forte ognora, si ritrasse in sé e chiese altrove in più propria sede ed in più spirabili aere al suo cuore pace, alle idee ed ai sentimenti suoi miglior sorte. Un moto intanto si propagava lento ma irresistibile nella coscienza politica della nostra provincia, un moto che contrassegnava un rivolgimento di criterii politici radicati nel corpo elettorale ed un più savio elevato ed esatto concepimento dei rapporti tra elettori ed eletto; non più deputato procuratore dei negozi degli eleggitori soci, affarista o procacciatore, ma voce, organo, rappresentante degl'interessi nazionali. Ed a Michelangelo Forcella s'innalzano cercandolo ed invocandolo le speranze ed i voti dei migliori e dei forti ed a lui inchinasi la vittoria e lo saluta deputato in Roma al Parlamento d'Italia! Oh, memorabile giorno, quando ai bei raggi del sole di maggio battesti sul verde, sul rosso, sul candido delle nostre bandiere date ai venti, tutto un popolo, giulivamente festante, tra il suono d'inni fatidici e il coro di voci innumere esultanti della gioia
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