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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Pescara (25-5-1895). Di grave ed insidiosa malattia al fegato ed al cuore strenuamente, ma invano, combattuta per ben 48 giorni, la sera del 14 corrente, alle ore 18,30, moriva in Pescara, nell'età di 57 anni, la sig. Eufemia Cervone; circondata dal più intenso amore e dalle più premurose sollecitudini del consorte Carlo Clerico, dei figli Luigi, Michele, Vincenzo e Carolina e del lungo stuolo dei parenti e degli amici. Buona, modesta, caritatevole e soprattutto affezionata, ecco le preclari virtù dell'estinta. Ella seppe bene apprendere la missione di sposa e di madre, e tutta si consacrò alla famiglia, con vera fede di sacrifizio. Anche a lei si deve quindi il progresso economico della casa. Ma, per questa santa donna, la ricchezza era un mezzo, non fine. Se da un lato amava i poveri e concorreva a sollevare i sofferenti, si adoperava dall'altro a che i figli coltivassero l'ingegno ed esercitassero la virtù, insegnando così, nei suoi semplici costumi e senza menarne vanto, quale dovrebb'essere, in un secolo civile, il vero valore dell'oro. La sua morte ha costernato l'intero paese; epperò tutta la cittadinanza e molti della vicina Castellamare han preso parte ai funerali. Questi ebbero luogo ieri, alle ore 17, e riuscirono per quanto commoventi, altrettanto splendidi. Formavano il corteo le congreghe, le due musiche di Pescara, tutte le scuole pubbliche e private, i rappresentanti del comune e degli altri uffici, i signori e le signore del paese, tutto il ceto dei negozianti ed una gran calca di popolo. Il carro, tirato da quattro cavalli, era completamente ricoverto di numerose e bellissime corone: altre ve n'erano sui legni che lo seguivano. Né mancarono dei discorsi, poiché parecchi ricordarono le doti dell'estinta, accrescendo, con le loro sentite
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