|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Teramo (30-10-1895). Sabato scorso moriva in Teramo uno di quegli uomini che nella loro modestia sanno acquistarsi l'amore e la stima di tutti. Don Antonio Caravelli di Mosciano era venuto ad assistere alle feste civili, quando un colpo apopletico lo assaliva in una delle vie di Teramo, e lo teneva inchiodato al letto in un luogo dove la pietà dei primi soccorsi aveva potuto recarlo. Dopo quattro giorni di atroci sofferenze, il povero Caravelli moriva, nulla valendogli le cure della scienza e degli amici. Tutta Mosciano s'interessava della malattia del buon Caravelli, e tutta Mosciano gli rendeva domenica gli estremi onori. Ché gli amici che tanto avevano fatto per salvarlo dalla morte vollero pure, a loro spese, riaverne la salma. Nel cimitero di Mosciano dopo che la banda municipale pose termine alle sue meste note, le virtù dell'estinto furono bellamente ricordate dall'egr. Dr. di Giandomanico, il quale al popolo commosso additò quale esempio da imitarsi la simpatica figura di cittadino e di amico vero, disinteressato, affettuoso, di Antonio Caravelli.
|