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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Atri (30-5-1896). Atri, 25 maggio '96 - I funerali della signora Mattucci - Dopo un lungo atrocissimo morbo sopportato con cristiana rassegnazione è morta il 23 la Signora Emilia Mattucci, figlia, sposa e madre esemplare, adorna di virtù, angelo di bontà e di pace, amata e benedetta da tutti. E' morta, non ancora trentenne, nel compianto universale, lasciando larga eredità di affetti e di lagrime. I dolori che ella ebbe a soffrire nella lunga malattia, la pace con cui angelicamente li accolse, il profumo delle belle qualità che adornarono la sua mente ed il suo cuore tenerissimo, fecero di questa sventurata signora un'eroina, una martire, un angelo. Non si può dire con quanto dolore sia stata accolta dalla cittadinanza la terribile nuova, che ci privava d'un esistenza così cara. E quando la mattina del 25, furono rese all'anima benedetta le onoranze funebri, non ci fu ciglio che non avesse avuto la sua lagrima, tributo affettuoso alla cara e venerata memoria. La nostra Cattedrale era piena di ceri e di un popolo pio, profondamente commosso, che dava lagrime e preci. Né il corteo poté riuscire più ordinato e solenne. Precedevano le Pie Arciconfraternite, col reverendo Capitolo e il Clero: seguiva la bara e poi un largo stuolo di amici e il fiore della cittadinanza. Bellissime le corone delle famiglie Castellani, Pirocchi, della madre e del marito, e del Direttore della nostra scuola d'Arti. La pietosa cerimonia si compì con alcune parole lette dal maestro Nicola Penne sulla salma della defunta, alla quale diede col saluto della famiglia desolata anche quello della lontana patria, la sua diletta Penne. Il Consiglio notarile fu rappresentato dal notaio sig. De Simone. (R.)
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