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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, Castellamare A. (10-10-1896). [Inizio Voce]Mezzoprete, Mammarella, de Michetti, di Cardone, del Municipio, della Società operaia, della famiglia Coletta di Moscufo e di F. Mascaretti. Oltre ai sigg. Augusto Cantelmi ed Antonio Marchese, che commossi parlarono dell'estinto, tesserono dottamente in chiesa l'elogio funebre l'arciprete Rossetti ed il nostro rev. abate Morlupo, e bellissime e sentite parole dissero al camposanto sul feretro l'avv. Pietro Coletta ed il dottor Cortellini. Momenti questi indescrivibili ed indimenticabili. La commozione era nel cuore e le lagrime sul ciglio di tutti: e fu alfine necessario ricorrere a dolce violenza per tenere a freno la folla non mai sazia di piangere e di baciare la bara del povero ed amato estinto. Il sig. Tito de Blasiis, genero del defunto, a questo affezionatissimo, che a piedi aveva seguito la salma da Castellamare a Moscufo, assisté a tutti gli onori resi a questa, e presenziò tra le lagrime e i singhiozzi, nonostante che gli amici volessero allontanarlo, sino alla tumulazione. Valga questa spontanea e profonda testimonianza d'affetto di tutto un popolo a lenire il dolore della famiglia e "se è vero - conchiuderò coll'avv. Coletta - che la morte non può nulla sul mondo dello spirito, ed un'arcana indissolubile catena lega chi muore con chi resta", lo spirito eletto, l'anima benedetta di Nicola de Ferri, con la sua benefica influenza regga i nostri propositi ad infallibile segno, ci aiuti nell'agone, sia il nostro genio tutelare". (M.)
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