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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, preside, Roma (3-11-1897). [Inizio Voce]de'l suo attaccamento a la causa della patria indipendenza, non era disturbato. Anzi, dopo la solennità di Castellamare, egli fu decorato de la commenda ed il suo Vicario ebbe la croce di S.S. Maurizio e Lazzaro. Il compito del Dionisi ne la forte capitale dei Vestini non ebbe termine che con la riforma degli studi nel seminario, di cui divenne rettore, ed in cui insegnò belle lettere. Il Governo non tardò ad avvalersi dell'opera sapiente de'l valoroso nostro comprovinciale, e nel 1868 lo nominò rettore de'l convitto di Chieti, dove rimase per oltre due lustri, confermandovi il bel nome che s'era acquistato di prezioso educatore. Aboliti i Rettorati de i Convitti, fu mandato direttore de'l Ginnasio a Fossano e poi Preside-Rettore a Monteleone, a Bari, a Chieti, da ultimo qui, dove ebbe il collocamento a riposo, sotto il Ministero Martini. La fiducia che i padri di famiglia riposero dovunque in lui fu illimitata e la meritò; dacché, colto, affabile, umano ed energico ad un tempo, aveva tutte le qualità per essere ritenuto quale modello degli educatori. E come preside non fu da meno. Sicché venerata sarà la sua memoria ne la natia provincia da quanti hanno in pregio la virtù, e non lo dimenticheranno certo coloro, nelle varie parti d'Italia dove resse gl'istituti di pubblica educazione, che avutolo perspicace, amoroso superiore furono in grado di apprezzarne le rare qualità de la mente e de'l cuore.
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