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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Notaresco (8-1-1898). NEL PRANZO DI NOZZE - Notaresco 5 gennaio. Una numerosa schiera di parenti e di amici l'altr'ieri erasi recata nella casa di Nicola Collevecchio, poco lungi da questo paese, per festeggiare le nozze tra lui e la graziosa ragazza Francesca Boccabella. Un'allegria straordinaria aveva invasa tutta la compagnia, e più di tutti era contento il vecchio nonno dello sposo, l'ottuagenario Michelangelo Collevecchio, il quale era più che mai commosso: egli amava il suo nipote svisceratamente e spesso gli ripeteva: Il giorno che ti vedrò sposo, chiuderò per sempre gli occhi. E forse il supremo Iddio lo aveva mantenuto in vita per fargli godere l'ultimo piacere, per renderlo soddisfatto dell'ultimo suo desiderio; dappoiché mentre tutti i parenti e gli amici sedevano con lui a mensa e sugli occhi di tutti brillava la gioia, il vecchio Michelangelo, dopo aver fissato qualche tempo le sue luci sulla coppia felice, si voltò da un lato e, scivolando sulla sedia, cadde a terra stecchito. Un colpo fulmineo lo aveva fiaccato: la gioia, da cui era stato preso, fu tale, che le sue fibra vitali, le quali fino allora s'eran mantenute possenti, dovettero d'un tratto cedere alla forza della commozione esterna e abbandonarono per sempre le membra del povero Michelangelo. Così le nozze, tanto bene auspicate a principio, finirono in pianti e grida di dolore. Oh! la fragilità della vita umana! (Giovanni Montani)
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