|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
marchese, Penne (1-2-1899). [Inizio Voce]tanto si adoperò, tanto seppe dire e fare da impedire l'una cosa e l'altra, correndo per tutta la notte insieme al Cav. Giovanni Aliprandi le vie della città, da un palazzo minacciato all'altro. Il giorno successivo i proprietari edotti dal pericolo corso si riunirono nel palazzo vescovile per provvedere alla comune difesa. Contro il tributo brigantesco, arditamente imposto ai maggiori possidenti dai caporioni della plebe rivoltosa, protestò sdegnosamente il vecchio patriota Domenico de Caesaris. Egli stigmatizzò la vigliaccheria dei pusilli, ed animò i proprietarii alla resistenza. Infatti organizzarono un servizio di pattuglie bene armate. L'ordine fu ristabilito e in pochi giorni si arrestarono e tradussero alle carceri di Teramo tutti i responsabili dei seguiti disordini. Il marchese fu tra i più attivi. Agostino Castiglione, erede d'illustre casato, educato alla scuola della sventura e della religione, sentì potente l'amore del prossimo ed ebbe sempre per le contese cittadine una grande riluttanza, memore che in una di queste ebbe l'amarissimo dolore di perdere l'adorato padre suo. Della vita egli fece continuo apostolato a comporre odii e dissidii fra i cittadini. Si sposò giovanissimo alla sua nobile cugina Giuseppina de Torres che fu l'angelo consolatore, la compagna affettuosa e gentile la quale gli allietò la vita e lo rese padre felice di numerosa prole. Egli lentamente declinò per vecchiaia, giocondato fino all'estremo termine dei suoi giorni dall'affetto premurose della sua famiglia, dei suoi nipoti. Ai solenni funerali del 27 Gennaio intervennero il Capitolo cattedrale, le congregazioni religiose, il Sottoprefetto, il Consiglio Comunale, la Congregazione di Carità, l'asilo d'infanzia, quello di mendicità, parenti ed amici. Reggevano i cordoni del feretro i
|