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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, patriota, epigrafista, Lanciano (30-4-1902) Il Decano del Foro Abruzzese. Pasquale Spinelli — E' morto serenamente questo vecchio, grave di anni, ma giovane di cuore. Caratteristico infatti in Pasquale Spinelli era l'affetto che nutriva pei giovani. Molti egli istruì nelle diverse branche del Diritto, e specialmente in quello ch'ereditammo dall'alma Roma, in cui era peritissimo; si poteva dirlo un Digesto ambulante. Moltissimi (e chi scrive queste righe fu tra costoro) senza essere stati suoi discepoli, ricercavano il suo facile ed amorevole eloquio, e i consigli dati così senza parerlo, conversando. In quei tempi nessuno posava; e dire che il Foro di Lanciano aveva delle sommità come l'Auriti, il Sigismondi, lo Spinelli, il Finamore, il Pellicciotti! Pasquale Spinelli fu patriota, di quelli che cospirarono e presero il fucile per liberare l'Italia da nemici interni ed esterni. Non limitò la sua attività nelle pareti dello studio, ma spese tutto sè stesso nel curare l'istruzione pubblica, e nell'amministrare la Banca Popolare, l'Asilo Infantile ed altri Istituti pubblici della Città di Lanciano, che le fu sempre larga di suffragi e di affetto riconoscente. Esercitò l'avvocatura come vero apostolato, non come lucroso mestiere, e perciò in oltre 60 anni di onorato esercizio professionale, si può dire ch'egli è morto in una quasi povertà. Non conobbe la così detta rèclame; in lui c'era la stoffa del giurista, e non dell'istrione da Corte di Assise. Ebbe coltura filosofica e letteraria improntata ad un rigoroso classicismo, e fu un epigrafista insigne. Talune sue orazioni funebri, recitate in memoria di uomini illustri, sono lavori di molto pregio storico-letterario. Dall'attuazione della Legge 8 Giugno 1874, egli fu sempre il Presidente del Consiglio
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