[Elenco dei Nomi]

(...segue) Costantini Berardo
medico, politico, patriota, Teramo (21-1-1903)

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non potè terminare il corso (questa era una delle maggiori sue pene) per le liti con l'appaltatore, nelle quali egli fece valere il diritto del Comune, diritto che fu poi calpestato dai suoi successori, i quali per giunta regalarono 16 mila lire alla parte soccombente; come non potè veder attuato il suo progetto del mercato coperto e delle latrine pubbliche. Anima sdegnosa, disceso dal sindacato per una manovra ordita da invidiosi che gli erano stati a fianco nell'esercizio del civico potere, non volle più sedere, sebbene sempre rieletto, nel patrio Consiglio. E allorché gli amici insistentemente lo esortavano a partecipare alle sedute consiliari egli al solito taceva; ma ai più intimi che di questa sua condotta glie ne facevano quasi un rimprovero rispondeva: «Non posso riconoscere autorità a chi so di non averne!». E vi chiudeva la bocca. Era un saggio, e noi ne abbiamo la prova per molti fatti, ma specie per uno nel quale avemmo parte. Durante il suo sindacato fummo accaniti suoi avversarli (appoggevamo caldamente gli attuali amministratori che allora militavano nel partito dell'opposizione municipale). Un bel giorno per difendere il Segretario Comunale del tempo, che era del partito nostro, scrivemmo non so più quali roventi cose contro il Sindaco (giustificabili, per la forma, tenuto conto dell'ambiente acceso e del carattere di chi scriveva), che forse pure sapeva come noi fossimo le persone più docili del mondo fuori della polemica giornalistica. Allora, in una seduta del Consiglio, alcuni membri del medesimo incitarono il Costantini a querelarsi contro chi aveva osato di offenderlo a quel modo. Berardo Costantini, chiuso nel suo cravattone di lana, quieto e tranquillo come un filosofo, rispose: — «Ho letto l'articolo. Sono parole vivaci di avversari, ai quali dobbiamo

(segue...)