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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, politico, patriota, Teramo (21-1-1903) [Inizio Voce]1903. E nell'interno della Chiesa: (Avanti il tumulo). — Il Dott. Berardo Costantini – Scende nella tomba con le sue spoglie — ma con le sue opere resta tra vivi — visse e morì cavaliere — di mente e di cuore — serbando immacolati — il nome e l'onore — d'uomo e cittadino esemplare. — (A destra del tumulo): La scienza medica — Gli fu esercizio amico e pietoso — (A sinistra del tumulo): — La città natale fu la sua famiglia — e l'amor di patria la sua vita. — Terminata la messa eseguita dai cantori della Cappella dei Duomo e diretta dal bravo giovane sacerdote Biondi, il ch.mo prof. Cav. Giacinto Pannella pronunziò il seguente discorso la cui chiusa disse fra viva commozione. Nella parte della splendida orazione in cui si ricorda l'opera patriottica e civile compiuta dal cav. Costantini il religioso silenzio degli astanti fu interrotto da segni di approvazione. — «Signori, — La bruma di gennaio agghiaccia i nostri corpi e la bruma del dolore congela i nostri cuori, il sole di primavera tornerà a risplendere e riscaldare le nostre membra, ma ahi! nessun sole mai penetrerà nei nostri petti a dileguarvi i dolori che vi semina morte. E la vita che ne resta addolora per la vita che se ne va co' nostri cari, co' nostri amici, si può dire, di anno in anno, di mese in mese. Ma alle leggi della vita e della morte chi si può contrastare, anzi intenderla nel tempo? Pare vi aliti sopra lo spirito di Dio e voglia fare ascendere nelle trasformazioni della materia e delle parvenze la particella dell'aura divina accolta forza vivificatrice nell'uomo e nelle generazioni. Con questo pensiero, con questa fede sentita e voluta dai nostri animi guardiamo la morte in faccia anche a traverso i suoi neri veli e riconosciamone il dominio passeggiero, forse benefico ai nostri cari, ai nostri
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