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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, politico, patriota, Teramo (21-1-1903) [Inizio Voce]amici trapassati. Tra questi oggi è Berardo Costantini, qui ancora tra noi pellegrino con le sue spoglie. Qui ancora noi sostiamo con lui, col suo spirito nella dolce ricordanza delle opere e nella grata consuetudine della vita. Berardo Costantini nacque in Teramo il 23 aprile del 1830 da Andrea e da Marianna, Massei e crebbe forte d'animo e di corpo in città e più spesso in campagna; egli era il primo di quattro fratelli e di due sorelle. Non potè vivere gli anni più belli della giovinezza nella pace e tranquillità della vita e degli studi, ché seguiva le orme del padre profugo, la madre vagante di podere in podere per illudere le arti della polizia e spesso rimaneva vigile custode della giovane famiglia lontana dagli occhi dei genitori. Prese viva parte nei fatti del '48 a Napoli e salutò coll'armi in pugno i giorni liberi della Costituzione. Ma questa fu tosto affogata nel sangue del 15 maggio tra lo spergiuro del Sovrano e la protesta eroica del Parlamento. E la famiglia Costantini, con molte altre e le migliori della città, ripiombò nel lutto: perseguitato, condannato a morte e gittato a grazia nella prigione a vita il padre; inseguiti, allontanati dalla città e dagli studi i figli, tutta la famiglia perquisita e molestata di luogo in luogo; e alla fine del '59 anche i due fratelli maggiori, Berardo e Settimio in carcere. Ma il '60 ricondusse col libero governo il padre e i figli nella casa. Ne allontanò il nostro Berardo insieme con Settimio, sebbene per poco la salute pubblica messa in pericolo del brigantaggio. Soldato, Capitano, Maggiore, Colonnello percorse i gradi della milizia territoriale e percorse le valli e i monti delle due Provincie da Teramo ad Aquila. Distrutto il brigantaggio e posate le armi, cogli onori dovuti al valore militare, tornò alle arti della
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