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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, politico, patriota, Teramo (21-1-1903) [Inizio Voce]i quali erano preceduti dai portatori di corone. Di queste richiamava l'attenzione del pubblico la prima recata a nome del ceto operaio teramano dall'orologiaio Gaetano Capuni: essa aveva un nastro rosso con la scritta: «Al cavaliere senza macchia». Fra le altre corone notate quella magnifica di foglie d'alloro e fiori freschi omaggio del «Corriere abruzzese» ad uno dei suoi illustri fondatori, e quelle dei giardinieri municipali, del sig. Francesco Taraschi, della famiglia Gaspari, della Congrega di Carità, dei Medici dell'Ospedale e del Manicomio dei signori Pistilli, del Comune e della famiglia. Il carro funebre, tirato da quattro cavalli, era circondato da Guardie di città, Guardie municipali e soldati. Reggevano i cordoni, il comm. Carlo Tivaroni, Prefetto della Provincia; il Sindaco; il Colonnello, cav. Roberto Bonolis, comandante il Presidio, e il sig. ing. Giuseppe Marcozzi, membro della Congrega di Carità. Appresso al carro veniva il gruppo numeroso delle autorità, fra cui notavamo il Deputato Cerulli e poi le Associazioni cittadine con le bandiere seguite da immenso popolo. Chiudeva il corteo l'altra compagnia di fanteria. Fuori Porta Reale il carro si fermò, e quivi, con brevi discorsi, diedero l'estremo vale all'estinto il Sindaco Paris e il dottor Urbani a nome dei Sanitarii della città. Il carro funebre, seguito da molto popolo entrò nel recinto del Cimitero verso l'una. — L'on. Guido Baccelli, appresa la morte del cav. Berardo Costantini così telegrafava al fratello di questi, sig. Orazio: «Accolga mie vive fraterne condoglianze per amara perdita. G. Baccelli». — La famiglia Costantini per nostro mezzo ringrazia tutte le autorità e i cittadini teramani che presero parte al loro immenso dolore nella sventura che l'ha colpita. — (18 e 21-3-1903) L'opera civile
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