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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, politico, patriota, Teramo (21-1-1903) [Inizio Voce]esami di laurea, ma la sezione del Consiglio Superiore di P. I. sedente in Napoli e della quale facevan parte gli illustri professori De Martino e De Renzi, visto che tra i titoli del Costantini vi erano tre volte gli equipollenti deliberò ad unanimi voti di conferirgli la «Laurea ad honorem». — 4. «Non accettò uffici retribuiti». Egli lasciò scritto che «liberale significa solo uomo virtuosissimo che tutto sacrifica alla patria e nulla della patria a lui». Non volle proseguire nella carriera militare, non entrare nel commissariato di ispezione, non pel suo lavoro sull'elettricità essere nominato professore di fisica su proposta dell'ispettore centrale della P. I. Comm. Carbone qua venuto a trasformare il Collegio dei Barnabiti in Liceo ginnasiale. Anzi per le persecuzioni patite da Andrea, Berardo, Giovanni e Settimio, promulgata la legge pei danneggiati politici, i fratelli Costantini non chiesero compensi. Bell'esempio di puro amor di patria! — 5. «Presidente della Congregazione di Carità in Teramo». Elevò la rendita della Congregazione da 35 mila lire a un 250 mila. Fondò una scuola per le fanciulle più misere, derelitte meno pure del paese; fondò una sala di lavoro per le donne infermiccie meno abili al lavoro; fondò un Ospizio Marino sulla spiaggia di Giulianova; fondò due Orfanotrofi, uno maschile e l'altro femminile; fondò un manicomio che egli stesso diresse con felici risultati per ben dieci anni senza compenso. — 6. «Sindaco di Teramo dal 1899 al 1893». Molto fece e molto progettò a salute e decoro di Teramo. Fece subito un disegno finanziario consistente nel riordinamento dei prestiti, nella soppressione di spese improduttive, eliminazione dal bilancio di entrate figurative. Per questo disegno e senza imporre nuove tasse fece cessare il disavanzo di 83
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