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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
maestra comunale, S. Egidio alla Vibrata (28-1-1903) [Inizio Voce]cerchia di affetti e di universale estimazione. Qui essa aveva accoppiato alla nobile missione dell'insegnamento, l'altra non meno santa e sublime della maternità, maritandosi giovanissima, nel pieno fulgore dei più verdi anni, quando la vita ci seduce e ci attrae, colle più rosee lusinghe. Ed amò e fu altrettanto corrisposta; ma nell'ora delle prime difficoltà, dei primi ostacoli da superare, quando forse maggiore era per lei il bisogno di essere sorretta e confortata, ecco che la sciagura ed il dolore vengono improvvisamente a battere alla sua porta — porta modesta ed ascosa, per la quale essa, nella balda ingenuità dell'anima sua, aveva forse creduto che non dovesse passare che la felicità soltanto! — ma pur troppo il dolore, nella marcia sua incessante e fatale, batte ad ogni porta; ed un brutto giorno la fidente madre, la tenera consorte restò vedova! Fu d'allora che il suo carattere virile, l'animo suo nobile e schivo di debolezze e di pusillanimità, si rivelò in tutta la sua pienezza, sopportando sacrifici immensi per l'educazione dei teneri figli, senza mai un lamento, senza una debolezza, sempre dignitosa e fiera nella sua sciagura, certo energia, attingendo nello scrupoloso adempimento dei suoi doveri di maestra e di madre. Ed ora, quando già stremata di forze, ma non di coraggio, stava per cogliere il frutto del suoi diuturni sacrifici, tanto serenamente sopportati, ecco che un caso tragicamente fulmineo la uccide, strappandola barbaramente all'affetto dei figli e di quanti la conoscevano! La sera dell'11 corr. un improvviso deliquio, che, in altre circostanze, forse non avrebbe avuto serie conseguenze, la colpisce mentre scende le scale. L'infelice emettendo un acuto straziante grido, cade a rovescio indietro, batte orrendamente l'occipite e muore! Cos'è mai
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