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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
industriale, politico (25-3-1903) Ieri mattina morì di peritonite il Cav. Leopoldo Muzii. La malattia fu brevissima, e l'infausta notizia sorprese ed addolorò tutti, amici ed avversari; giacché il Muzii — a parte il suo carattere autoritario, e parecchi errori in cui incorse — era una mente veramente superiore, e di una versatilità eccezionale. Il Muzii, di famiglia oriunda da Vasto, era nato a Teramo, dove il padre suo Michele Muzii covriva l'ufficio di Ricevitore dei sali. Si addestrò sin dalla gioventù al commercio, e divenne uno dei più notevoli industriali della Provincia. A Castellamare Adriatico, a Villa Muzii, che fu il primo nocciolo della Città, surta in pochi anni per suo principale impulso, sono ancora fiorenti una fabbrica di liquirizia, una fornace Hoffmann per laterizii, una cantina modello, ed una volta vi lavorò pure un molino a vapore. Coll'avvento della Sinistra al potere, l'Amministrazione Comunale di Castellamare si rinsanguò di giovani elementi, e il Muzii, pochi anni dopo, fu Sindaco e Consigliere Provinciale. Allora egli, coadiuvato dal De Riseis, dagli Olivieri, dal Ciccarelli ed altri valentuomini, si rivelò per un tipo di capo partito e di amministratore energico e febbrile. Così, in breve tempo, si fondarono in Castellamare una Banca Popolare, una Società Edificatrice, una Società Operaia, un Asilo infantile; la sede del Municipio, dopo molti contrasti, fu traslocata dalla collina alla spiaggia, e quivi si sviluppò in modo enorme l'edilizia, sulla base di un piano regolatore. In quei tempi di fede e di entusiasmo, sembrava che Castellamare fosse destinata a divenire la Capitale degli Abruzzi, e chi faceva da propulsore in quel turbinoso lavorìo era il Muzii. Certo, non mancò la speculazione, talvolta esagerata, seguita da dolorosa
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