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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
senatore, Napoli (4-4-1903) Mercoledì scorso, alle 8 del mattino, cessava di vivere in Napoli l'on. Giuseppe De Vincenzi, Senatore del Regno. La notizia ci giunse tanto più inattesa in quanto che pochi giorni innanzi avevamo inserito sul «Corriere» la lettera contenente il progetto di costituzione di un grande istituto di credito agrario da lui diretta ai Presidenti delle Deputazioni provinciali delle regioni meridionali. Il senatore De Vincenzi nacque a Notaresco, verso il 1825, e sotto il dominio Borbonico compì il proprio dovere di buon patriota. Fu Deputato al Parlamento napoletano del 1848. Nelle elezioni politiche per l'VIII legislatura il Collegio di Atri e quello di Ortona elessero loro rappresentante il De Vincenzi. Egli optò per Atri che gli rinnovò il mandato altresì nella IX e X legislatura. Nell'Assemblea prese posto al centro destro. Nel Ministero Ricasoli ebbe il portafoglio dei lavori pubblici. Con decreto Reale in data del 12 marzo 1868 fu elevato alla dignità di Senatore. Nel 1871 riebbe di nuovo la direzione del Dicastero dei lavori pubblici nel Gabinetto Lanza. Egli era fra i più intelligenti e zelanti cultori e promotori della enologia nazionale. — Il nostro Zero ci scrive da Atri in data del 2: — La infausta notizia della morte dell'Illustre Senatore Giuseppe Com. De Vincenzi fu appresa iersera con molto rammarico da questa cittadina che l'ebbe per suo rappresentante politico nella prima legislatura del Parlamento italiano, quando cioè il bene della Patria e non i capricci dei capi - elettori inspiravano e modellavano la vita del Deputato politico. Uomo di forti ed immutabili principii liberali fu compagno e collaboratore dei nostri Grandi che fecero una l'Italia, e per questa sua fede incrollabile soffrì con abnegazione le
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