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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
letterato, archeologo, insegnante, consigliere di prefettura, patriota, Chieti (2-9-1903) [Inizio Voce]Pasquale de Virgiliis nel suo gabinetto. Liberale vero e disinteressato, era legato coi più noti liberali, che convenivano sempre in sua casa, dove spesso si trovavano Raffaele d'Ortensio e Ferdinando Ranalli. Profondo conoscitore delle principali lingue straniere, portò nel nostro idioma scritti di filosofia e numerosi componimenti poetici. Versi originali pregevolissimi e prose piene di splendidi ed ampi concetti, che le stampe hanno pubblicato in più tempi, attestano il merito raro di lui, conosciuto anche dal maggiore poeta vivente, Giosuè Carducci. La sua dottrina e le virtù, di cui era adorno gli fecero dare l'incarico d'insegnar lettere latine e greche in parecchi istituti delle tre provincie d'Abruzzo, ove fu l'ammirazione di quanti ebbero con lui relazioni letterarie. Né fu soltanto il Cavarocchi valente uomo di lettere, ma anche studioso della storia patria che fu sempre il principale scopo della sua vita, e lo accompagnò nelle cure dello impiego, nelle domestiche sventure, e ne' morbi, che sovente l'afflissero. E tra le diverse branche dell'archeologia fu da lui più d'ogni altra coltivata l'epigrafia, in cui più volte meritò gli elogi di sommi maestri, come il Mommsen e il Garrucci. Uomo di severi costumi, d'affidabili modi, Raffaele Cavarocchi sostenne con dignità i pubblici uffici, con decorosa modestia gli onori; molte Accademie e principalmente gl'Istituti archeologici di Berlino e di Mosca ebbero a pregio di averlo socio, e all'Istituto di Berlino fu ascritto a proposta del Mommsen, di cui fu valido coadiutore. Fu pure cavaliere dell'ordine della Corona d'Italia. E mentre questi cittadini erano lieti che tanto uomo avesse serbato di loro la più dolce e grata memoria, essendo venuto da tempo a stabilirsi definitivamente in Chieti, considerando tutto quanto
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