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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, Teramo (14-3-1907) Del carissimo estinto nulla potremo noi dire meglio e più di quel che disse l'egregio e valoroso avv. L. De Petris, che, in nome del ceto forense, discorse della bontà e del valore di Francesco Recchia. Riferiamo quindi senz'altro le parole pronunciate da lui: Signori, un altro lutto ed in breve termine ha colpito la nostra classe! E non è il solo, perchè mentre qui dobbiamo raccoglierci attorno alla salma lacrimata del povero nostro Collega Francesco Recchia l'eco di un altro dolore ugualmente triste ci giunge dalla vicina Giulianova, dove la parca inesorabile ha troncato lo stame dell'avvocato F. Bindi! Fatalità di cose e di destino! Un male quasi fulmineo ed inesorabile ha colpito all'affetto della desolata famiglia, ed all'amicizia e simpatia dei Colleghi, Francesco Recchia quando la vita poteva ancora serbare a lui liete speranze, e dolce conforto. Molti ignoravano che egli fosse infermo, di talché per me, come per tanti, la notizia della sua perdita fu tanto più incresciosa e stupefacente, per quanto inaspettata e repentina. Noi non potemmo porgere a lui neanche una parola di incoraggiamento e di sollievo. Francesco Recchia nacque in questa città nel 1. aprile 1851 da onorata famiglia, e compiuti gli studii preparatorii conseguì in Napoli, Rettore l'illustre Settembrini, la laurea in giurisprudenza nel 1872 nella giovanissima età di ventun anno! Egli fin dai primi tempi diè prova di ingegno vivacissimo, tanto che potè entro breve tempo provvedere alla sua educazione ed istruzione in epoca, nella quale il corso degli studi era per sé stesso lento e faticoso. E della sua mente acuta e sottile diè prova costante nell'esercizio della sua professione, nella quale era avversario quant'altri mai temibile per la varietà e solidità
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