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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, Castellamare Adriatico (29-8-1907) Montesilvano, 22 agosto — Quando la vita gli scorreva tranquillamente nell'affetto e nelle cure amorose della cara famiglia; quando gli sembrava di rivivere accanto all'adorato nipotino suo, un amore di bimbo, i tempi felici, Francescopaolo Ranalli si spegneva serenamente così, com'era vissuto, il 20 corr. in Castellamare Ad. ove trovavasi da qualche settimana, a villeggiare con l'adorata famiglia sua. Montesilvano che gli diede i natali ed a cui egli dedicò tutta la sua vita, affinché il suo paese si fosse avanzato alla conquista della Civiltà e del benessere, perde l'uomo che nella sua severità di cittadino integro, senza punto lasciarsi mai influenzare, mantenne onoratamente e dignitosamente per lunghi anni le delicate cariche di Presidente della Congrega di carità, di Conciliatore e di Sindaco ff. sino a due anni or sono, sebbene la sua mal ferma salute non gli permettesse più di occuparsi di cose pubbliche. Ma nella lotta della vita, se può sembrare disagevole e direi quasi riprovevole per alcuni la severità, la integrità di un cittadino, è certamente una virtù che i molti, anche contrariamente alle proprie idee ammirano: e quando una cara esistenza si è spenta, allora solamente si ritornano a glorificare i meriti anche dai pochi che mal sopportavano la intransigenza di un'anima scrupolosa. Egli a fianco dei suoi cugini Giovanni e Pasquale Ranalli, che in ogni momento della vita riappajono come per incanto alla mente di quanti li conobbero, con quel piacere che strappa le lacrime, non si stancò mai di lottare a vantaggio della sua terra Natale, e fiero, orgoglioso manteneva sacra in sé l'amore alla patria alla famiglia. Ed ora egli è passato in un altro mondo sereno e tranquillo di aver saputo mantenere
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