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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
musicista, Milano (24-11-1907) [Inizio Voce]musiche da camera con molte composizioni piene di melodia. Ed ora non è più; il suo corpo paralitico s'è gelato, e l'anima ha preso il volo per udir forse le musiche, che si perdono nello spazio e che forse egli sognò. (Guerriero Balzano) (20-7-1927) Gaetano Braga e i suoi ricordi — Negli ultimi anni della sua travagliata esistenza — quando una fastidiosa e grave infermità lo costrinse a non più toccare l'archetto del suo fido violoncello ed alla più sconfortante inazione — Gaetano Braga amò annotare, su quaderni, quanto quotidianamente gli accadeva, e rievocare, man mano che gli tornavano alla mente, i casi della sua vita avventurosa ed i ricordi della sua lunga e gloriosa carriera. Ciò, tuttavia, egli fece non per vanità, vale a dire non perchè vagheggiasse il proposito di pubblicare in vita le sue memorie o perchè accarezzasse la speranza che sarebbero state pubblicate dopo la sua morte, ma unicamente per puro «sfogo» personale, e, sopratutto, per ingannare il tempo, fortemente annoiandosi — come pittorescamente si esprime — «del mestiere di stare con le mani in mano». Accumulò, così, senz'avvedersene, parecchi volumi, gelosamente conservati, insieme con molti cimeli del grande artista, dal nipote ed erede di lui, l'ing. Gaetano Braga. Fra questi preziosi manoscritti, molto opportunamente, ha voluto frugare — anche per incarico dei congiunti del Braga — un ammiratore fervente ed amico devoto ed affezionato del Maestro, Vincenzo Bindi — il paziente, dotto e benemerito illustratore dei monumenti abruzzesi — per estrarne quel tanto che potesse valere a ricostruire la geniale, simpatica e singolare figura di lui, e che potesse offrire un particolare interesse, specie per ciò che concerne l'arte musicale e i musicisti della seconda metà del secolo scorso. Questa non lieve
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