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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
musicista, Milano (24-11-1907) [Inizio Voce]nè vana fatica del prof. Bindi ha trovato il suo coronamento nella recente pubblicazione di un volume, di grosso formato — pregevolissimo anche per la magnifica veste tipografica e per la ricchezza di nitide e belle incisioni — la cui lettura riesce oltremodo piacevole ed interessante, perchè in esso — oltre significativi episodi e aneddoti gustosi — vengono riferiti acuti e spregiudicati giudizi dell'insigne compositore e violoncellista su musicisti illustri, da lui conosciuti o con i quali ebbe consuetudine di vita. Verrebbe davvero voglia e sarebbe ottima ed utile cosa accennare ai più importanti brani delle memorie del Braga, che il Bindi, con sagacia, ha prescelti e, con sapiente cura, coordinati, commentati e integrati; ma se, per intuitive ragioni di brevità, ciò non è possibile, e se pur si voglia sorvolare sulle doti eccezionali dell'uomo e dell'artista, credo che non si possa e non si debba mancare di porre nella debita evidenza l'alta e profonda «italianità» dell'autore della famosissima Leggenda Valacca, di quest'uomo che, fin da giovane, manifestò il suo ardente spirito patriottico, cospirando contro il Borbone insieme con i più insigni fautori della costituzione e della unità della patria che accoglieva nel '48 la metropoli del Mezzogiorno. Pochi artisti italiani sentirono così vivo e così saldo l'amore per la patria, furono — sempre e dovunque — così fieri ed orgogliosi della propria nazionalità, ed ebbero per l'arte musicale nostra un culto ed un'ammirazione così sconfinati, come Gaetano Braga, in modo che la figura eminente dell'artista appare «completata», nobilitata, ingrandita da quella del cittadino. Italiano innanzi tutto e sopratutto, Gaetano Braga fu del pari fiero ed orgoglioso del suo Abruzzo, mai tacendo o dimenticando il paese nativo, manifestando
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