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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
musicista, Milano (24-11-1907) [Inizio Voce]sempre e dovunque il suo amore, la sua affezione per la propria terra. E del suo paese, della sua terra egli parla spessissimo nelle sue memorie, con grande tenerezza e con senso di viva nostalgia. Fin nel suo testamento volle ricordare: «Sono nato a Giulianova dell'Abruzzo», e dispose che, nella epigrafe da apporsi al loculo in cui sarebbero state raccolte le ceneri risultanti dal suo corpo cremato, venisse incisa la semplice leggenda «Gaetano Braga - nato a Giulianova 9 giugno 1829 - morto...». Del temperamento abruzzese — che, se non ha caratteristiche spiccate, rappresenta tuttavia un sano e felice equilibrio di caratteristiche talora discordanti ed antitetiche — egli fu un esponente tipico: indipendente, dignitoso, fiero e, spesso, impulsivo, fu nel tempo stesso di animo buono e generoso, affabile, leale, pieno di fiducia verso gli amici; gioviale, faceto, espansivo e a volte rumoroso: e ciò nonostante il fondo dell'animo suo era sentimentale, malinconico, irrequieto: geniale, e perciò facile e pronto alla creazione, fu un lavoratore paziente, temprato, tenace; frugale e morigerato nel tenor di vita e semplice nei modi, fu signorile nel tratto e nelle abitudini. Quella stessa esclamazione in cui frequentemente, abitualmente prorompeva: «Povero Braga!...» - rimasta famosa fra quanti lo conobbero, e che valse a suscitare l'interesse e l'ammirazione dell'eminente scrittore francese Maurizio Barrès, che amò classificare il Braga «un grand philosophe» per aver saputo trovare «une formule rare» — recava un'impronta schiettamente abruzzese, anzi tutta teramana... E, invero, questa vaga e, apparentemente, insignificante esclamazione, questa specie d'intercalare che egli usava nei momenti più disparati — quando le sue orecchie ne sentiva sballare delle grosse, o quando i suoi
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