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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, deputato, Teramo (1-1-1910) [Inizio Voce]avanti la commozione dei presenti, avanti le parole di coloro che dissero l'elogio dell'estinto e l'infinito sconforto della famiglia deserta. Il Professore Pannella lesse il seguente discorso: Signori, il saluto di pace, il bacio della concordia mandati ai suoi concittadini da Carlo De Michetti nell'ora del passaggio c'invitano a ripeterlo anche da questo luogo: miei uditori, pace negli animi, unione nei cuori. Giungono sempre gradite e care queste parole dette intorno alla culla del Divino; e noi le ripetiamo qui intorno ad una bara e non giungono meno gradite e care. Il buon Carlo le ha ripetute ai figli, l'ha ripetuto ai fratelli, l'ha ripetuto agli amici sul letto di morte e con esse sulle labbra ha esalata la sua anima candida, sgombra ormai dai pensieri della terra. Signori, or facciamo nostri questi pensieri e rivolgiamo lo sguardo per poco al vostro concittadino ancora fra noi con le sue spoglie. Pare ancora vederlo diritto della persona muovere rapidi passi e sorridente riverire per via o rispondere con salutevoli cenni. Era di spirito, come di corpo, agile e pronto sempre a fare e a secondare il proprio e l'altrui volere. L'ebbi giovinetto d'animo gentile nella scuola, l'ho riscontrato d'animo gentile nella società: la gentilezza era la nota più propria, il segno più consueto delle sue virtù, che unita alla correttezza dell'azione ne formava un carattere nobile, dignitoso. Qualche cosa dice la sua vita. Ancora immerso negli studi universitari rivolse la sua gentilezza d'animo ad una leggiadra fanciulla e la fece sua, la vezzosa Sandrina Pistoia che formò la sua felicità domestica. Forse il tempo migliore della sua vita lo visse a Roma, giovine di forte e tenace volere, di belle speranze fin dall'inizio della sua carriera, avvocato pieno d'illusioni, come suole
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