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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
ingegnere, scrittore, Induno-Olona (8-9-1910) [Inizio Voce]Aveva posto il fondamento della sua attività in un ufficio provinciale d'Abruzzo, a Teramo, ma da quell'angolo di provincia imponeva quietamente la sua forza di studioso e di lavoratore in patria e fuori. I suoi studi erano tenuti in gran conto fra gli stranieri, collaborando egli in rassegne tecniche francesi o inglesi, americane o tedesche (ognuna di queste lingue gli era famigliare), e fra gli italiani che erano in grado di misurarne il valore, primo fra tutti il senatore Colombo, che gli fu amicissimo; le sue attitudini erano grandemente considerate a Roma dove i ministri, variando i governi, sapevano tutti a chi convenisse chiedere, in compiti delicati e severi, l'opera sapiente, sicura, onesta. Il modesto ingegnere lombardo che s'era come rincantucciato nel suo ufficio d'Abruzzo concorse a una cattedra dell'Università di Torino, ne fu nominato professore ordinario e la rifiutò: fu pregato di accettare una cattedra al Politecnico di Roma, e non volle, al Politecnico di Milano, e si schermì. Mentre accumulava monografie sui vari argomenti della sua scienza e compilava da solo il Dizionario tecnico di ingegneria ed architettura, in quattro lingue e in sei grossi volumi, e collaborava non infrequentemente in rassegne di quasi ogni paese civile, mentre attendeva con una scrupolosa diligenza al suo ufficio di ingegnere nella provincia teramana, accettava — pregato con Insistenza dal governo — cospicui e faticosi incarichi: e fu parte valevolissima della Commissione, nominata Adamoli per lo studio della linea direttissima fra Milano e Genova, e stette nella Commissione d'inchiesta per il Palazzo di Giustizia e in quella per il Porto di Napoli e fu arbitro in ardui arbitrati dove si discuteva e si deliberava di milioni. Il Consiglio d'amministrazione delle Ferrovie
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