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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magazziniere delle privative, Teramo (11-2-1912) Ha prodotto un grande dolore nella cittadinanza il lutto da cui recentemente è stata colpita la famiglia Urbani, una delle più nobili, delle più amate, delle più rispettate, con la morte del Cav. Aurelio Urbani, il quale teneva l'ufficio di magazziniere delle privative. Vorremmo qui intessere l'elogio per la vita buona vissuta dall'Estinto, ma nel giorno dei funerali, fuori Porta Reale dinanzi ad un popolo numeroso e commosso, alle rappresentanze di tutti gli ufficii pubblici, il cav. Salamiti Giammichele disse con sentimento un discorso commemorativo che a noi piace di riportare, perché esprime tutto il nostro pensiero. — Signori. Una cara esistenza, colpita da una rapida ed insanabile malattia, ha ieri ceduto al dominio della morte, le forze della vita. E' la onorata esistenza di Aurelio Urbani, nostro diletto concittadino, amico e compagno, che abbandonando di recente ed inaspettatamente il campo comune del lavoro, lascia cordoglio e lutto nella sua Famiglia, nella nostra famiglia finanziaria e nei suoi concittadini, con grande desiderio di sè, che il tempo edace non varrà a cancellare. Poiché Aurelio Urbani, che il 15 Agosto 1835 trasse i natali da nobile lignaggio, e nel 1862 si fece sposo alla gentildonna Agata De Paulis Fedele, portò, in tutta la manifestazione della sua vita, l'esempio e la prova di delicati e squisiti sentimenti, pei quali conquistava subito simpatia, stima pubblica ed affetti sinceri e saldi. Da quella vita, aurea di luce, come lo stesso suo nome ne dice, si spiegava invero l'espressione e l'opera di una bontà patriarcale, di una gentilezza magnifica, di una modestia fatta di umiltà, di premure cordiali, incessanti del bene altrui; e, come sullo sfondo di un quadro luminoso, la
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