|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magazziniere delle privative, Teramo (11-2-1912) [Inizio Voce]per la sua dipartita, poiché ci è venuta meno nel lavoro, seco lui condiviso, la dolce consuetudine della sua persona, perchè si è perduto un bell'esempio di funzionario valente, di cittadino probo, di amico affettuoso. Solo la voce del rimpianto ci parla ora di lui e ci preme il petto, e ancor più la eco dolorante che intorno a noi e a questa spoglia si diffonde, dei cuori fraterni, nella loro mirabile fusione d'amore. O Aurelio Urbani! tutta questa grande adunanza di popolo, di amici, di compagni, è qui presso la tua bara per dirti che hai ben meritato, che lasci una grande eredità di affetti, e, per supremo ricordo, ti reca il più lungo, il più intenso e tenero saluto. Addio, amico carissimo. Il Genio della morte ti diede già il bacio del Giusto, e noi rifacendo la strada della vita del lavoro, ti poetiamo, reverenti e commossi, in alto, la scritta del La Fontaine “nulla ha turbato la tua fine, poiché è la sera di un bel giorno”! — I funerali ebbero luogo nella Chiesa di S. Agostino. Ai fratelli Mons. Berardo, dott. cav. Camillo e Pasquale, ai cognati Tobia de Nigris e Cecilia Michitelli, al figlio adottivo Beniamino de Nigris Urbani, ai parenti tutti inviamo le calde condoglianze a nome di tutta la famiglia del Corriere.
|