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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
storico, politico, Loreto Aprutino (10-10-1912) [Inizio Voce]per dare alla luce proprie pubblicazioni che incessantemente gli venivano richieste. Ma con signorile liberalità, teneva la biblioteca ed il monetario a disposizione degli studiosi ai quali fu spesso incitamento e guida nelle loro ricerche da cui trassero preziosi elementi per illustrare la storia abruzzese. Né con minor diligenza e dignità spese l'opera sua a vantaggio della pubblica cosa, rivestendo importanti cariche nel Comune e nella Provincia, nella quale rappresentò il suo mandamento dal 1902 al 1909. A voi, egregi colleghi, che aveste campo di apprezzare in Antonio Casamarte, nel tempo che siedé in questo Consiglio, la bontà dell'animo, la salda integrità del carattere, la signorile delicatezza del costume, non dirò più lungamente di questo benemerito cittadino che ci viene rapito dalla morte. Fu ben triste la notte dell'8 ottobre ora decorso, nella quale, affievolito da lunga malattia, si spense quella nobile esistenza fra le braccia dei desolati parenti e fra l'universale compianto. La morte di Antonio Casamarte fu pubblico lutto per la sua terra natale, e l'unanime commovente dimostrazione di affetto che accompagnò alla estrema dimora il benemerito cittadino, ebbe una eco dolorosa in tutta la Provincia e dovunque erano estimatori delle sue elette doti di mente di cuore. Sicuro di essere fedele interprete dei vostri sentimenti, mando alla venerata memoria del caro estinto il mesto e reverente saluto di questo Consiglio, e, possa la sincera espressione del nostro dolore essere di conforto alla famiglia così amaramente colpita dalla irreparabile perdita. Speciali vivissime condoglianze rivolgiamo agli egregi nostri colleghi, congiunti da vincoli di parentela al caro estinto. — Il discorso del comm. Bindi — Con Antonio Casamarte è scomparsa una delle più
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