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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
storico, politico, Loreto Aprutino (10-10-1912) [Inizio Voce]e che mai ad esso si attribuisse lodi o si facesse allusione alcuna. Io voglio fermamente sperare che il suo degno nipote ed erede, nostro amatissimo collega nel Consiglio Provinciale, seguendo le nobili tradizioni della sua Famiglia, non vorrà privare gli studiosi del patrio Abruzzo e d'Italia del vantaggio di potere attingere alla cospicua Biblioteca raccolta da Antonio Casamarte, e intitolandola al nome illustre di Lui, vorrà aprirla al pubblico, perchè tutti ne possano profittare. Sarà questo il più degno omaggio e il migliore tributo di affetto e di gratitudine alla memoria dello zio venerato, così benemerito della Provincia nostra e degli studi patri: renderà nel tempo stesso la sua Loreto, qualora non sia possibile destinare questa Città di Teramo sede della Biblioteca, termine di un pellegrinaggio a cui accorreranno gli studiosi da tutte le parti degli Abruzzi e d'Italia. Questa fu in breve la figura, questi i meriti di Antonio Casamarte. Dopo una lunga ed onorata vita, consacrata alla famiglia, agli studi, alla sua Loreto, alla Provincia nostra, scese nel sepolcro sereno e tranquillo così come visse, tra il generale e sincero compianto; e modesto in vita, questa sua modestia ed umiltà riaffermava nella morte, disponendo che i suoi funerali fossero semplici e modesti, che il suo Corpo vestito del saio dei terziari di S. Francesco, a cui era ascritto, col capo poggiato su dura pietra, venisse portato di notte sulle spalle di fidati coloni alla Chiesa madre, senza lumi, senza fiori, senza accompagnamento funebre, senza onoranze! Egli, finché visse, non solo fu stimato e ricercato da dotti italiani e stranieri, come ho di sopra ricordato, ma ebbe amici e compagni affettuosi e devoti, gli uomini più egregi, che, in questi ultimi anni, illustrarono con l'ingegno, con
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