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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
storico, politico, Loreto Aprutino (10-10-1912) [Inizio Voce]effuse tutta l'anima sua, tutto l'affetto gentile ed entusiastico per la sua terra, per la sua casa, per la sua mamma; libro che non si può leggere senza profonda commozione e senza lagrime, troppo presto l'invida morte lo tolse alla famiglia, agli amici, agli studi ma non alla gloria; Giannina Milli, che tutta Italia acclamò la prima tra le sue poetesse, e che percorse, in momento di servaggio, tutte le terre d'Italia, destando ovunque con i suol carmi ispirati a liberi sensi frementi d'entusiasmo; Giuseppe Devincenzi, patriota, agronomo, filosofo, letterato, uomo di Stato e ministro, la di cui fama sorpassa di molto i confini della nostra Provincia; Quintino Guanciali e Luigi Vinciguerra, che seguendo le nobili tradizioni di Francesco Filippi Pepe, si ascrissero principi fra i latinisti d'Italia e il primo ebbe l'audacia di vestire di aurei versi che ricordano i migliori poeti del secolo di Augusto non solo i portati della scienza moderna, ma i miracoli altresì della medicina omeopatica, e comporre quel poema meraviglioso, l'Hannhemannus che meravigliosamente in bella poesia italiana tradusse l'altro nostro concittadino e valoroso autore delle italiane lettere e castigassimo scrittore, Raffaele D'Ortezio di Cepagatti, il secondo col Carme a Vittorio Emanuele fece rivivere la musa virgiliana; Raffaele Castorani di Giulianova, oculista sommo, che a Napoli onorò la cattedra, ove si assise maestro e fondò una scuola dalla quale uscirono allievi valorosi; Concezio Rosa, che non solo ci dette un libro sulla Ceramica di Castelli, nel quale raccolse notizie e documenti preziosissimi, e si può dire fu insieme al Cherubini il fondatore della Storia della nostra Ceramica, libro a cui tutti coloro che di questa arte gentile si occuparono attinsero non solo, ma diligentemente con
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