[Elenco dei Nomi]

(...segue) Urbani Nicola
maestro elementare, pubblicista, Bellante (13-4-1913)

[Inizio Voce]


per oltre un trentennio e portò in questo delicato ufficio, sia pubblico che privato, il disinteresse, la fede, l'entusiasmo di un'anima, che considera l'ufficio di educatore come missione altissima, un nobile apostolato, e la scuola un tempio, ove le anime dei giovani si plasmano, si affinano e temprano alle battaglie della vita, alla virtù del sapere. Certo che la sua coltura generale era molto superiore a quella che si richiede in un modesto insegnante elementare, ma desideroso di vivere vita serena, calma, quasi patriarcale, con tutte le abitudini di famiglia e accanto ai suoi, non pensò mai di abbandonare il paese nativo e perciò non chiese d'insegnare nelle scuole secondarie, a cui gli davano diritto il sapere, l'attitudine e le produzioni letterarie di pregio non comune. A differenza di tanti, che, pur non sempre meritevoli, sanno brigare, intrigare, sfruttare le alte aderenze per raggiungere lo scopo, Nicola Urbani volle rimanere modesto, mentre vantava belle relazioni e godeva la stima e l'affetto fraterno di Settimio Costantini, che lo ebbe carissimo e compagno intelligente ed autorevole nelle lotte politiche. E questa modestia eccessiva fu male, perchè l'uomo deve vivere al suo posto per fare, altrimenti manca lo stimolo alle belle ed egregie cose, e il rilasciamento e l'inerzia prendono il posto dell'attività e dello zelo; ed allora non si fa più nulla e la pianta non dà più frutti: — Parum distat ab inerita celata virtus, scrive Orazio. E chi sa quante belle cose avrebbe fatte il nostro D. Nicola, se fosse uscito dalle anguste pareti di una scuola elementare?! Ciò però non tolse che il ministero della Istruzione non ne tenesse in debito conto i meriti e il lungo e onorato servizio, e lo fece nominare Cavaliere della Corona d'Italia. E quando lo stesso ministero

(segue...)