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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, insegnante, Teramo (3-9-1915) [Inizio Voce]suo pensiero non era, a proposito, diverso dal pensiero del nostro Maestro Berardo Mezucelli; un uomo che egli amava e stimava giustamente molto, e dal quale essere amato - e così egli era - formava un titolo d'onore per ciascuno. Ma Luigi Fioravanti, l'ho detto, era amato da tutti, perchè era buono, cioè virtuoso, pronto al soccorso, prontissimo nel favorire, nell'incoraggiare, col denaro, con la parola, con l'opera, quello e quelli che ne fossero meritevoli. Uomo di studio, ebbe in gran pregio la cultura e non cessò mai di amare gli studi, vivificatori dello spirito umano, le buone letture; buone, per lui, pel desiderio di conoscere, anche quando gli autori non avevano la fede sua, i principii suoi. Fatti gli studi nel Seminario vescovile, dove poi insegnò pure, li riprese e continuò nell'Università di Napoli, dove ebbe compagno - lo ricordo, perchè il caro amico mio lo rammentava con piacere - Benedetto Croce, verso il quale rimase vivo l'affetto: ma, parmi, non essendosi esposto a regolari concorsi per conservare l'ufficio d'insegnante, dové subire varie ispezioni nella scuola, riuscite, come dovevano, onorevolmente. L'insegnare non gli permetteva di studiar molto; ma non amava, nè poteva, restare ignaro di tante questioni, di arte, di morale, di storia, proprie di oggi. In questi ultimi anni aveva accresciuto di libri vari, per la materia, per lo stile, per le idealità degli autori, la sua bibliotechina. A Teramo aveva molti libri; molti specialmente per un sacerdote, perchè è scarso il numero di quelli che li hanno e li leggono; pochi e scelti, ne aveva a Spiano, nella tranquilla pace del suo villaggio, dove, - e me lo scriveva alcuni giorni or sono, - passava le ore subsecivae, leggendo ciò che più si confacesse alla natura del suo spirito. In un salottino, a Teramo,
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