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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, ingegnere, Teramo (28-1-1917) ...Poche parole come rapido è stato l'attimo che lo ha tolto all'amore della famiglia ed alla affettuosa considerazione dei concittadini. E per quanto, nel tempo che volge, la nostra anima si sia quasi rinchiusa entro una corazza temprata della carne e del ferro dell'intera umanità dolorante e si sia anche abituata a considerare la morte con minor sgomento e minor ipocrisia, pure dinanzi alla dipartita, quasi improvvisa, del povero Domenico Gialluca il dolore del focolare domestico l'ha vinto su quello del fuoco della battaglia!... Tutti lo amavano e le centinaia e centinaia di persone dall'umile contadino che lacrimava alla più alta carica del paese che reprimeva la sua angoscia — convenute a rendergli l'estremo saluto nell'ultima dimora, stanno a dimostrare la perdita irreparabile che tutti sentivamo essersi fatalmente avverata nel nome del concittadino che tutti rimpiangiamo e che ancora per molto dovremo rimpiangere!... Era l'unico superstite d'una generazione di buoni e di forti ed era ancora, per spirito ed attività, il più giovane di noi giovani; e nella sua distinta democrazia, non disgiunta mai da quella sua innata e generosa bonarietà, all'elemento giovane ed operoso maggiormente gli piaceva accostarsi come forse, per sorprendere in sguardi più vividi, sempre nuova e maggior forza per la sua molteplice attività. Ed invece era proprio lui quello che diffondeva energie e calorie!.. Non è dato a me, in queste affrettate note, dire degnamente dell'amico e del cittadino: non mi reggerebbe nè il cervello e nè l'anima!... Segretario comunale, assessore, prosindaco, ingegnere, sia nella vita pubblica come in quella privata, portò sempre larga copia di sapere e di esperienza e grande bontà d'animo, non desiderando
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