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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Roma (20-1-1918) Tra gli operai tipografi da noi conosciuti, certo il più intelligente, il più innamorato della bellezza dell'arte sua e quindi colui che più ne possedeva l'abilità, la genialità e il gusto era Giuseppe Achilli. Nei lontani tempi egli fu col vecchio Corriere di Taffiorelli che molto lo prediligeva; ma noi, una ventina d'anni or sono lo conoscemmo, quando era a capo dell'importante stabilimento Tipografico del Commercio, di Francesco Pedicone di Giulianova, che, conoscitore profondo dell'arte tipografica, sapeva valutare e stimare i tipografi, e circondava l'Achilli di stima e di preferenza. Quando, poi dieci anni or sono il sig. Domenico Achilli, dalla segreteria della nostra Direzione Provinciale delle Poste, passò nel Ministero delle Poste, in degno ufficio, tutta la famiglia si stabilì in Roma, e il rimpianto Giuseppe entrò nell''Unione Editrice, ove seppe guadagnare, come altrove sempre, l'affetto e la stima dei compagni, la considerazione della Direzione dello stabilimento. Ora ci giunge improvvisa la partecipazione della morte, avvenuta dopo brevissima, atroce malattia, all'età non tarda, di anni 57. Povero il nostro Giuseppe! Mandiamo condoglianze alla moglie Spoletra; ai figli Dino ed Amilcare, entrambi soldati nel III Genio Telegrafisti in zona di guerra, ed al fratello Domenico caro amico, ottimo cittadino!
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