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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
tenente di vascello, Cortellazzo (17-3-1918) [Inizio Voce]tra le mascherate insidie degli appostamenti di mitragliatrici. E seguì tutta la ricognizione che s'era proposta. Tornava al fiume, con i suoi uomini, quando le vedette austro-ungheresi scoprirono la pattuglia, diedero l'allarme, aprirono il fuoco. Imbarcò per il ritorno, sotto un'inperversare furioso di raffiche di mitragliatrici, bombe a mano. Dalla riva nostra, dalle nostre trincee, i marinai protessero con il fuoco il ritorno della leggera imbarcazione con i loro compagni, attraverso la foce del Piave. La pattuglia reduce aveva appena preso terra alla nostra riva, e stava rientrando nelle trincee, quando il comandante fu colpito al fianco da una pallottola di fucile. Cadde su la terra umida della sponda. Morì subito. L'hanno sepolto nel piccolo cimitero dei marinai ch'è nell'isola tra il Piave Vecchio, il Piave Nuovo e il Sile, poco lontano da Cortellazzo: umile disadorno cimitero, ma degno d'essere onorato come un santuario: lì riposano i morti della Marina a terra, morti perché Venezia fosse ancora una volta salva e libera e nostra sempre. (M. B.) — Ministero Marina — Nulla osta ai riguardi militari — Il Censore: Scelliotti.
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