[Elenco dei Nomi]

(...segue) Ferrante Giovanni
magistrato, Roma (20-11-1921)

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figliuol suo dilettissimo, ha con vigile amore e affettuosa riverenza intessuto l'elogio pel nobile Estinto, onore e vanto della provincia di Teramo. (T. Bruno Stoppa) — Il giorno 22 Novembre alle ore 2, colto da improvviso malore, spegnevasi in Roma, tra le braccia del nipote avv. Giuseppe Marcheggiani e del giovane Domenico Pecchioli, la cara esistenza del Gr. Uff. Giovanni Ferrante Primo Presidente di Corte d'Appello a riposo. Nessun accenno di malattia, nessun indizio d'infermità vi era stato per poter prevedere la scomparsa così tragica e repentina dell'illustre Estinto. Anzi alcune ore prima della morte Egli si era intrattenuto in affabile conversazione con suo nipote, rievocando gli episodii salienti della sua carriera professionale, quasi avesse sentito, innanzi di morire, il bisogno di far sapere ciò che Lui, per quella modestia impareggiabile che lo distingueva, aveva sempre taciuto. Ed aveva pure rievocato, con le lagrime agli occhi, la santa memoria della mamma sua che sempre, in tutta la sua vita, col più profondo del suo cuore, aveva teneramente venerato. E volle così, col ricordo della sua vita intemerata ed operosa, coll'immagine della diletta mamma nel cuore e nella mente, chiudere per sempre gli occhi, scomparendo dal dramma della vita, dove Egli lascia, ultimo suo conforto, larga eredità d'affetti, ed una traccia indelebile delle sue eccelse doti di mente e di cuore. Annunziata subito dal Giornale d'Italia la morte di Giovanni Ferrante, fu tutto un accorrere di parenti, di illustri amici ed estimatori per tributare al caro Estinto, così repentinamente scomparso, l'ultimo, doveroso omaggio di affetto e di stima. Numerose ghirlande di fiori freschi e grossi, ceri vennero deposti attorno alla Salma che, composta su di un tumulo eretto nella «camera ardente»

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