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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Roma (20-11-1921) [Inizio Voce]come egli fosse sempre pronto a soccorrere moralmente e materialmente chi poteva aver bisogno del suo appoggio ed aiuto o che di ciò ne lo richiedeva. Nel suo tratto spiccava la delicatezza e signorilità, scevra da ogni presunzione. Sincero patriota non lasciò occasioni per contribuire, specie durante la guerra, a far opera utile al suo Paese. Non essendosi voluto formare una famiglia propria, egli profuse tutta l'espansione del suo grande e sincero affetto ai fratelli ed ai nipoti che giustamente lo amarono e venerarono in vita, ed oggi si sentono straziati per la perdita di questa nobile esistenza. E del magistrato basterà che io accenni le origini, gli atti più salienti che in questa qualità compì Giovanni Ferrante durante più di 40 anni di carriera, non per farne l'elogio che sarebbe ben poca cosa, ma per additare ad esempio la sua non comune, anzi eccezionale capacità e competenza e sopratutto la rettitudine ed indipendenza con cui egli assolse il suo compito anche nelle circostanze più difficili, riuscendo così ad essere uno fra i magistrati che maggiormente diedero lustro ed elevarono la considerazione ed il prestigio del nostro foro. Giovanni Ferrante, figlio del forte Abruzzo, poiché nacque il 13 dicembre 1849 a Corropoli, conseguì con lode la laurea in legge nella R. Università di Pisa, nel luglio 1875 e nel 1876 era già uditore giudiziario. Egli che si era subito posto in evidenza, per la sua svegliata intelligenza, dopo solo 5 anni e cioè nel 1881, veniva promosso Giudice Istruttore presso il Tribunale di Asti e dopo alcuni anni lo vediamo Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Napoli. In questo rapido svolgersi della sua carriera, egli aveva potuto già mettere in rilievo tutte quelle doti e quelle qualità che formarono di lui - come dissi - un magistrato
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