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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Roma (20-11-1921) [Inizio Voce]era dal vecchio Governo, dovette abbandonare Corropoli riparando a Teramo e perdendo colà ogni suo avere. Fu così che il povero Giovanni che fin dall'infanzia aveva rivelato un amore particolare allo studio, venne a dibattersi in mezzo a sacrifici e stenti inauditi per poter assecondare la sua naturale inclinazione allo studio. Si distinse ben presto per l'acume della intelligenza e per la sua ferrea volontà, e spesso si ebbe il plauso dei suoi Professori: Vinciguerra e Mezucelli che lo ebbero scolaro, si sentirono così vivamente attaccati a lui, che anche dopo la licenza liceale, che il giovane Ferrante conseguì “ad honorem” lo vollero onorare della loro schietta e viva amicizia. Iscrittosi nel 1871-72 al primo anno di Giurisprudenza presso l'Università di Pisa, dove ebbe maestri i sommi Carrara, Serafini, Gabba, per procurarsi i mezzi necessarii per frequentare i Corsi, si fece più volte inviare come Commissario presso diversi Comuni della Provincia, che ancor oggi ne ricordano la rettitudine e la saggia amministrazione. Poté così conseguire brillantemente la laurea in Legge nel 1875. — La carriera professionale — Laureatosi, come abbiamo già detto, nella Università di Pisa nel Luglio del 1875, Egli, dalla mente alacre ed educata a forti studii, qualche mese dopo affronta il concorso che si era bandito per Uditore Giudiziario e vince guadagnandosi, nella graduatoria, il 7° posto su circa 600 concorrenti con 71 punti su 80. Con decreto del 1. Novembre 1876 viene così nominato Vice-Pretore del Mandamento di Pontremoli, dove inizia brillantemente la carriera giudiziaria. Nel 1880 viene nominato Aggiunto giudiziario presso il Tribunale di Massa e Carrara e di là, a sua domanda, trasferito ad Asti dove resta fino al 1887, anno in cui è promosso Giudice del Tribunale Civ. e
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