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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Roma (20-11-1921) [Inizio Voce]Salerno. Nello abbandonare questa residenza, il bravo Magistrato ebbe una vera dimostrazione d'affetto e di simpatia. Alla Porta S. Chiara si vedeva una folla numerosa composta di magistrati, avvocati, funzionari di Cancelleria ed impiegati, i quali tutti si stringevano alla carrozza per salutare il carissimo giovane nell'atto che partiva. Molti amici personali del Giudice Ferrante si trovavano pure a Porta S. Chiara, e fra questi il Sindaco della Città e diversi assessori, il Sotto Prefetto, il Ricevitore del Registro e tutti gli Ufficiali della Procura del Re. In quello scambio e ricambio di abbracci e di addii, il cuore, tutto abruzzese, dell'avvocato Ferrante prese il sopravvento e lo si vide commosso fino alle lagrime. La dimostrazione fu giusta e meritata; e se tutti si compiacquero dell'atto del Governo che rimeritò il valore del Giudice, destinandolo all' importante ed ambito Tribunale di Salerno, nessuno seppe nascondere il dispiacere di vederlo allontanare dalla nostra città”. Da Salerno, per i suoi meriti eccezionali, giacché veniva sempre scrutinato con la classifica di ottimo passa, con le stesse funzioni, all'importante sede di Napoli dove lo raggiunge il decreto di promozione del 25 Settembre 1898 a Vice Presidente di quel Tribunale. Qui presiedette la Sezione Penale portando a compimento importantissimi processi tra il plauso generale del Foro Napoletano, il cui Principe Avv. Manfredi e l'allora giovane Avvocato Errico De Nicola, ed in pubblico ed in privato, decantarono il valore e l'integrità morale di Giovanni Ferrante. Promosso Consigliere della Corte di Appello di Aquila, nel 1899 ritornò nel vagheggiato ed amato Abruzzo da cui, per quell'attaccamento che Egli sentiva verso la terra che lo vide nascere, non si sarebbe forse più allontanato, se un
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