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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, filosofo, scrittore (11-5-1927) Sentiamo che non la famiglia solo, ma l'Abruzzo ha perduto con la scomparsa di Ettore De Ferri, una vitale energia: con Lui una luce si è spenta e si è spento, un gran cuore! Noi ricordiamo il bravo giovinetto, quando percorreva i suoi studii nel nostro ginnasio-liceo, convittore nel Nazionale. Lo rivedemmo nel 1916 di fresco laureato presso l'Università di Napoli, con una tesi su Kant e Spinosa alla quale Filippo Masci, l'insigne maestro, a cui lo scolaro ora si è riunito nell'al di là, diede il massimo dei voti. Poi non lo rivedemmo più; ma come del giovinetto, che fu anche forte amatore di sport, ogni tanto ci erano giunte notizie di vittorie ottenute nelle gare ciclistiche più rinomate, così del giovane professore ci giungevano notizie dei successi ottenuti nell'insegnamento e nella pubblicazione di opere letterarie e filosofiche, prima e dopo la guerra. Alla quale guerra partecipò con quel singolare ardore ch'egli poneva in tutte le cose che venivano da lui intraprese, e nella guerra e per la guerra Egli, contrasse un terribile male, che il 16 scorso aprile Lo traeva, giovanissimo, alla tomba, mentre da tanta mente eletta era da attendere ancora opere di bontà e di bellezza, di intelligenza e di coltura. Conserviamo di Lui, tra le diverse opere che già gli avevano dato tanta meritata fama, i due volumi di Il Filocolo, fantasioso romanzo di Giovanni Boccacci, ch'Egli ornò di sue investigazione critiche e di una sapiente introduzione storica. La sua attività era prodigiosa: ogni anno pubblicava un' opera. Ricordiamo: nel 1923, la versione di Darstellung meines systems der Philosophie di Schelling; nel 1924 la traduzione di Lucinda dell'istesso Schelling, con una mirabile introduzione esegetica; nel 1925: Saggio
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