Stazioni balneari: Silvi
(1 settembre 1929)
"Stazioni balneari nostre: Silvi" di Guido Bindi
Odio le relazioni balneari con gli elenchi dei villeggianti fortunati, che mi sanno di rèclame affarista, distruttrice della dolce poesia, che tanto ispira questa ridente riviera abruzzese: la villeggiatura di mare serve molte volte a preparare i contratti che si stipuleranno in inverno: contratti politici per gli uomini e contratti matrimoniali per le ragazze: ecco perché queste si esibiscono quasi nude, e gli uomini si coprono di tutti i titoli cavallereschi e nobiliari: in ogni modo le stazioni balneari sono necessarie... anche per l'incremento demografico...
Se Roseto è la gemma dei rosai, Silvi è la perla dell'azzurro. Cielo e mare: tutto azzuro; si respira, si beve l'azzurro, per fare le anime più buone, purgate di tutte le passioni cittadine. Perciò quell'impenitente sognatore del Segretario Politico aveva inventato la Sagra dell'Azzurro per Silvi, e avrebbe voluto vi si cantasse le canzoni più belle della nostra gente.
Il sesso gentile aveva accolto col più bel sorriso la proposta e aveva cominciato a sognare; il sesso forte - quello giovane e dinamico s'intende - con a capo Ernesto Tamburri s'era troppo entusiasmato, e allora il Podestà ha ordinato qualche doccia fredda... Si diceva che Giulianova aveva avuto le sue feste, Roseto la celebrazione delle sue rose, Pineto la sua sagra, e così Francavilla e Pescara per il litorale, senza contare nell'interno Atri con la sua meravigliosa sagra del grano, e Pietracamela con la solenne adunata per la benedizione del Picco del Papa. Silvi nulla!... Il solito, romantico balletto, come usavano i nostri uomini al vecchio Club: ma allora pur c'erano tra i ballerini il biondo poeta di Pescara e Francesco Paolo Michetti: oggi la poesia e l'arte son confinati da Silvi industriosa, e commerciante.
Come partono disillusi i nostri bagnanti: - ma questa è una spiaggia per dormienti! - e hanno promesso di non tornare... Non è vero: torneranno tutti, perché tutti sentiranno la nostalgia di questa terra, di questo mare!... Che arene morbide: non un ciotolo! E il viale Garibaldi con i suoi villini civettuoli sul mare? Quale spiaggia vicina ha tanto spazio di arene, e un viale così largo e lungo, animato la sera fino a tarda ora da tanta folla di villeggianti? E le colline di fronte al mare, tutte verdi, con le ville nascoste tra gli aranceti e gli oliveti, che par che spiino quelli del viale luminoso e strano in ascolto per comprenderne i sussurri d'amore confondentisi con il murmure delle onde?
Oh, i tuffi sulle acque sicure, le gaie escursioni sulle ombrose colline, deliziose serate al "Glauco", i profumi dei giardini fioriti, le nostalgiche canzoni delle vendemmiatrici, l'uva d'oro e le pesche succose!...
Torneranno, torneranno... e noi promettiamo di essere più giovanilmente dinamici, anche a costo di disturbare i sonni dei nipoti di Aligi!
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