Albo della gloria
Di Benedetto Loreto
31 agosto 1942
Albo della gloria
Soldato Di Benedetto Loreto di Valentino, da Fano Adriano, disperso nel combattimento del 5 febbraio 1941 sul fronte greco albanese. Dall'epistolario: Mia cara mamma, ti fò sapere che io oggi stesso devo partire. Mi raccomando che non vi prendiate pena per me, che io parto felice e contento, e con tanto orgoglio di servire la nostra cara Patria. E credo bene di essere sicuro nella nostra vittoria come tutte le altre che è stata fissata dal nostro grande Capo, e noi tutti Italiani, ne dobbiamo avere l'orgoglio nella certezza della nostra Vittoria finale. Ora non mi prolungo, soltanto vi dico che io seguo il mio destino con molto spirito ed orgoglio. Quindi mi raccomando di essere felice anche voi insieme a me. Spero dal nostro Signore che mi protegga da qualsiasi pericolo, così dopo che abbiamo raggiunta questa grande meta fissata dal Duce tornerò ad abbracciarvi con l'onore di aver combattuto per la nostra cara Italia.
Mia cara mamma, ... Poi ti fo sapere che io mi trovo nella Regione di Valona, cioè in località dove si trova la Divisione Julia. E ti fo sapere ora qui si fanno tutti i preparativi per una grande offensiva, che spero che con questa sarà definitivamente schiacciato questo nemico idiota e senza cervello, che si è opposto di fronteggiare con noi baldi Italiani, dove si lusingava dalle menzogne fattegli dai plutocratici inglesi, che credono di fermare la marcia dell'Asse, e certo che questo non sarà mai perché noi Italiani tutti crediamo alla parola d'ordine del nostro grande Condottiero, cioè a questa «Vincere» e tutti noi Italiani ne siamo sicuri di questo comandamento e affermiamo che Vinceremo. Sicuro, non potrà mai fallire questa grande vittoria che già si allinea nella storia. Quindi mi raccomando a voi della mia cara famiglia. Non state in pensiero per me, perché mi trovo qui in questo territorio per abbattere la falsa propaganda inglese. Quindi saldi come lo sono io, state in fiducia del mio destino, che spero che mi farà tornare sano e libero con la bella vittoria. Soltanto dico mia cara mamma pregate per me e per l'Italia». Già altra volta abbiamo avuto occasione di presentare lettere di fieri combattenti, e pertanto ogni commento è superfluo. Ci piace solo ribadire la fede dei soldati fascisti che è in netta contrapposizione a quella vita bruta, senza ideale e velenosa di alcuni messeri di vecchia conoscenza che ancora vivacchiano nei famosi angolini, al margine della intensa, costante ed eroica vita di un popolo in armi. Le parole del soldato s'ergono vindici e bollano gretta scellerataggine.
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