Albo della gloria

Di Paolo Rinaldo

30 giugno 1937

Albo

      Figure di Eroi

     Grande carattere in virginee forme.
      Questo è il profilo del prode giovinetto, alla cui salma la città, giorni or sono ha tributato solenni onoranze; che, sebbene la Vittoria, abbia da 19 anni racchiuse le ali a custodire i fatti d'Italia, lo spirito di essa è nelle nuove gesta, vigile nel cuore del popolo e non affiora solenne occasione perché si manifesti, memore ed operante.
     Rinaldo Di Paolo, meritava quel tributo d'onore.
     Non si possono leggere le sue lettere e il suo diario chiaro e breve come la sua vita, senza sentire un fremito profondo, senza riconoscere, noi stessi, tutto noi stessi, in quelle pagine scritte mentre tuonava il cannone, di fronte alla morte. alla Signora vestita di nulla.
     Da que' brevi scritti, tre supremi affetti s'irradiano come luci stellari: quello della famiglia, quello della Patria e quello della Religione.
     Le eterne e insopprimibili aspirazioni, pure e sublimi, quando a vent'anni si è rinunziato ad ogni passione terrena e non si ha di fronte che l'idea, quella che mena sola alla luce del martirio e della morte. Tempra fortissima di italiano in così delicate Sembianze. Nessuno avrebbe potuto imaginare in quel virgulto umano tanta forza e tanto coraggio! E quanto tuonò il primo muggito della battaglia del Solstizio, quella che doveva liberare la nostra Vittoria immortale, la nostra Vittoria Corsica, la nostra Vittoria Alpina, imprigionata su le rive del Piave, egli si staccò dalle braccia dei Suoi cari e corse e corse come il guerriero romano di fronte al punico furore, su quelle rive e dal 16 al 22 giugno, non un solo combattimento lo vide fuori dal suo cerchio mortale. Svestito il grigio verde e tornato semplice cittadino accolse con tutte le ribellioni sante le nuove aspirazioni del popolo tradito, e subito entrò ne ranghi dell'Associazione dei Mutilati e vi rivestì la carica di Segretario. Molti e delicati incarichi disimpegnò e quanti lo ebbero prezioso collaboratore in quegli anni, ne' quali si spegneva un mondo ed un altro sorgeva, ricordiamo con ammirazione l'opera di fervido amore, da lui spiegata, in quel groviglio di provvedimenti incerti e tumultuosi, a favore dei camerati, delle vedove e dei genitori dei caduti. Lo stesso spirito d'abnegazione, la stessa forza morale che lo aveva reso intrepido dinanzi al nemico, lo sorresse nel fortunoso periodo del riscatto del sentimento Nazionale. Se il lieve stame della sua giovane vita non fosse stato così precocemente reciso, egli oggi sarebbe degnissimo del tempo nuovo e i valorosi squadristi teramani e marciatori su Roma l'avrebbero certamente nelle loro file.
     Purtroppo il suo fato era segnato dal detto greco: « Muore giovane chi al cielo e caro ».
     L'antichità faceva dire ed Ettore: oh! non giudicate Ettore dalla sua piccola tomba: essa grida i greci in fuga, la disperata difesa di Troia e il canto immortale d'amore.
     E così il combattente italiano, nel caro inobliabile nome di Arnaldo Di Paolo dice: oh! non mi giudicate da questa piccola bara ove mi raccolse e custodì la pietà congiunta: io sono gli Austriaci in fuga e la Vittoria di Vittorio Veneto.
      Non senza commozione rileggiamo la motivazione della sua medaglia al valor militare:
     "Addetto ad un reparto mitragliatrici tornato dopo un'assenza al reggimento e trovatolo impegnato in combattimento contro il nemico, che in forze era penetrato nelle nostre posizioni, occorreva nella prima linea e, raccolti durante l'aspra azione i pochi uomini rimasti della sua sezione per 4 giorni validamente cooperava con essi al buon esito all'azione, respingendo numerosi assalti dell'avversario, uscendo piu volte di pattuglia e facendo alcuni prigionieri Bello esempio di slancio ardire ed alto sentimento del dovere".
     Pietro Lucci

     La traslazione delle spoglie da Guardia Vomano a Teramo è avvenuta in forma solenne giorni or sono.
     Alle onoranze, promosse dalla Sezione Mutilati di Teramo, hanno partecipato tutte le Autorità Civili, politiche, religiose, le associazioni combattentistiche, il Fascio, nonché le organizzazioni cattoliche del Capoluogo.

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