Albo della gloria
Monari Armando
20 aprile 1942
Sul campo dell'onore Armando Monari. Presente!
Sulle fulgide vie della Vittoria, al fronte russo, è caduto il camerata Monari Armando con le pupille fisse verso il cielo lontano della patria, nella visione certa delle grandezza d'Italia. Nato il 3 agosto 1911, fu educato dalla buona mamma - troppo presto rimasta vedova ed oggi orbata dall'unico suo figlio - ai più nobili sentimenti di amor di Patria e al culto Santo di Dio. Regolarmente iscritto e tesserato al Partito, sentì sempre grande attaccamento alla grande famiglia delle Camicie Nere. Ma più che le manifestazioni esteriori, Egli amava l'azione, anelava il combattimento. Alla chiamata della Patria rispose con entusiasmo e partì col sorriso sulle labbra, fiero di poterle dare il suo braccio, pur sapendo che lasciava nel dolore la madre e gli zii, per i quali egli era la persona più cara e più amata. E immensa fu la sua gioia quando la sua nobile aspirazione di far parte dei reparti di linea sul fronte russo, tanto aspro e conteso fu appagata. Abituato agli agi della vita, mai un lamento uscì dalle sue labbra o fu scritta alcuna parola sulla dura vita di combattente in un fronte, che richiedeva i più duri sacrifici. Incurante del pericolo, fu sempre primo fra i primi nel combattimento, certo della vittoria delle nostre armi, fidente nella chiaroveggenza del Duce. E tanto fu l'ardore della battaglia e l'amore per la Patria che volentieri fece olocausto della sua giovine vita. Così il camerata Monari, a solo 31 anni, chiudeva la sua bella esistenza e lasciava il nome scritto a caratteri d'oro nell'albo della gloria, forse unicamente addolorato di non poter partecipare al trionfale ritorno in Roma imperiale delle vittoriose legioni reduci dai vari campi di battaglia, per sfilare davanti alla Maestà del Re Imperatore e dell'invitto Duce. Gli amici, che con animo profondamente commosso, ma con quella fierezza che è la caratteristica del nostro popolo hanno appreso la dolorosa scomparsa del camerata carissimo, serberanno di Lui il più caro ricordo. I fascisti del Gruppo Rionale «Danesi» col pensiero devoto ed affettuoso rivolto all'eroico camerata immolatosi per la vittoria delle armi dell'Asse, interpreti dei sentimenti di dolore della cittadinanza tutta, rinnovano alla Mamma, agli zii, ai parenti di Armando Monari, l'espressione del più vivo cordoglio, sicuri che il suo sangue dato all'Italia imperiale e fascista non è stato versato invano.
Ingrandimento
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