Albo della gloria

Famiglie guerriere

17 aprile 1943

Albo

      Fede volontà eroismo del nostro popolo.
      Famiglie guerriere


      Quando alla fine di questa cruenta guerra si considereranno tutti i particolari contributi di fede, di volontà e di eroismo dati dal nostro popolo, solo allora si potrà fare una completa ricostruzione spirituale del nuovo italiano di Mussolini. Il nostro popolo lotta con tutti gli sforzi necessari alle esigenze della durissima lotta che l'Italia sta combattendo. Non importa se sopra di esso si fanno delle ciarle da caffè e da salotto: esso è quel forte, possente, resistente elemento che sostiene tutte le difficoltà dell'ora superandole con quella naturalezza che è propria dei forti.
      Il popolo risponde interamente nelle necessità che a lui si impongono per una grande causa; il popolo risponde fieramente nel dare alla causa i suoi figli migliori pel combattimento; il popolo risponde fermamente nel trarre dalla presente situazione economica quegli stimoli e quei moniti che derivano dallo stato di emergenza, impegnandosi seriamente nel lavoro che è la risorsa principale della Nazione.
      E' tutto popolo: dalle officine ai campi, dal fronte ai cantieri esso dà una dimostrazione viva, piena, esemplare dello spirito indomito della nostra razza che, quando il momento lo ha voluto, ha sempre vinto su tutte le durezze.
      Le dimostrazioni esemplari del popolo non sono mai al disotto dell'offerta generosa. I giornali possono ben parlare della partecipazione alla guerra del nostro popolo. Numerose sono le famiglie e altrettanto numerosi sono i componenti che vestono il grigio-verde e impugnano le armi con fermezza e fede.
      Nella austera e guerriera ricorrenza del Natale di Roma è bello parlare di ciò facendo anche dei nomi. Il colono Antonio Angelo Aguzzoni da Badia Polesine è padre di nove figli dei quali otto sono al servizio della Patria. Questa famiglia ha dato la totalità degli uomini alla guerra contro il bolscevismo e il giudaismo (essendo la nona una femmina). Il carabiniere Giulio Sancisi, ritornato dall'Africa Orientale, è fratello di cinque soldati che prendono parte alle operazioni di guerra. Antonio Colombi da Broni di Pavia è padre di tredici figli dei quali 5 sono alle armi.
      Per venire al nostro Abruzzo teramano, citiamo alla riconoscenza dei camerati e dei fedeli italiani la famiglia di Nazionale Giacomo e Clementoni Domenica residente a Tortoreto. Essa offre alla Patria cinque dei suoi figliuoli che, come si vede dalla fotografia che qui si pubblica, sono soldati di varie armi.
      Quando la fedeltà ha una causa essa anima tutte le volontà e le famiglie del popolo si riuniscono in una sola forza con una sola volontà, sia nella lotta, che nel sacrificio.
      Si è avuta notizia di due fratelli e di più gemelli, i quali, richiamati recentemente con la loro giovane classe, vollero e ottennero di appartenere allo stesso Reggimento e persino alla stessa Compagnia. Le lettere che scrivevano ai loro cari erano piene di un entusiasmo che riceveva una gradazione altissima dalla vicinanza fraterna. Quando furono inviati in Croazia, anche nelle operazioni contro i partigiani erano sempre fianco a fianco, comunicando regolarmente alla famiglia le azioni a cui avevano il piacere di partecipare. Il destino volle che i due figli gemelli di Livio Merenda di Faenza, come furono stretti nella lotta contro il nemico, così dovessero cadere insieme nel supremo sacrificio per la Patria.
      Alle famiglie dei Caduti e alle famiglie numerose che numerosi danno i figli alla Patria, non cesserà mai la riconoscenza e la gratitudine di tutti gli italiani che non si lasciano imbevere dalle idee corruttrici di una propaganda nemica rivestita sotto abiti persino decenti. (CAF)

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