A mezze le valli prosperavano i filatori di seta che raccoglievano i bozzoli da tutti coloro cui non conveniva fare come certe famiglie più al largo, le quali facevano la trattura in casa nelle proprie bacinelle, e vendevano poi la seta a comodo loro, segno di patriarcale rispettata agiatezza.
Miseria vera dunque no, ma ogni borgo aveva un suo proprio numero di mendicanti, cui la popolazione riconosceva un certo diritto a essere mantenuti per carità. Nell'ora dei pasti quei poveri passavano regolarmente, quasi per turno, agli usci, dove i ragazzi erano mandati a empier loro la scodella. In molti borghi poi, diversa dall'elemosina fatta così, ce n'era un'altra che si riceveva due o tre volte all'anno, in certe feste, come il Corpus Domini e la Pentecoste. Era quasi un titolo di dignità. La ricevevano le famiglie non povere, ma neppure agiate, alle quali venivano distribuiti pani di un dato peso o d'una data forma, o misure di frumento, da Opere pie, su lasciti antichi. Il riceverla era un diritto geloso, l'accettarla un atto di umiltà che piaceva ai ricchi e agli agiati, perché segnava la loro superiorità sulla gente sotto la mezzana, con cui per forza, nel piccolo andare della vita quotidiana, dovevano stare a contatto.
E i ricchi si divertivano. Né per essere detti ricchi occorreva avere dei milioni. Di milionari anzi ce n'erano pochi, e per lo più nobili eredi di castelli. Gli altri, chi aveva le centomila lire in beni poteva già guardare molto dall'alto; e d'una giovinetta da marito che recasse una dote d'alcune mezze dozzine di migliaia, si diceva che chi la sposasse andrebbe quasi a mettere il cappello al chiodo.
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Corpus Domini Pentecoste Opere
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