L'unità di costumi, di lingua, di letteratura deve, in un avvenire più o meno lontano, riunire finalmente tutti i suoi abitanti sotto un solo governo
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Per esistere (avverte Napoleone), la prima condizione sarà ch'ella sia potenza marittima, onde mantenere la superiorità sulle sue isole e difendere le sue coste. E soggiunge che "nessun paese d'Europa è posto in situazione più favorevole per diventare potenza marittima". Calcola che ha un terzo di coste di più che non la Spagna, e la metà di più che non la Francia; dice che quanto a marinai ne può dare più di ognuna delle due dette nazioni, perché oltre alle sue genti delle coste, le terre della penisola, anche interne, sono così influite della vita del mare, che le città come Lucca, Pisa, Ravenna, Roma, si possono dire marinare anch'esse. E ne divisa i grandi porti. Quello della Spezia gli pare il migliore dell'universo: vede Taranto meravigliosamente collocato per dominare il levante; di Venezia dice che ha tutto, quasi compiacendosi dei lavori ch'egli vi aveva fatto fare, nel canale di Malamocco.
Venezia! Ah! Venezia era rimasta anche per lui una puntura, pel modo con cui l'aveva trattata da generale conquistatore e trafficatore di popoli nel 1797. E ripensando a quel periodo della propria vita, e alle accuse caricategli addosso dagli italiani pel baratto di Venezia all'Austria, nel famoso trattato di Campoformio, si lagnava a Sant'Elena di non essere mai stato compreso dagli italiani. Essi, lo diceva conversando coi suoi generali, non seppero mai riflettere che Venezia, orgogliosa della sua storia gloriosa di undici secoli, mal si sarebbe acconciata a divenir città di provincia nella Cisalpina, sotto Milano capitale.
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